B o v a l i n o
Brevi note tratte da
A.&
G.A.Morisciano – GERACE E BOVALINO – MEMORIA
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Città la cui
storia, anche se incompleta narra di alcuni eventi importanti dei secoli
passati fornendoci indizi utili a comprendere meglio l'antica ricchezza.
E’ certamente una città antica, costruita dopo la fine degli attacchi
devastanti alla popolazione della marina dalle scorrerie siracusane e saracene.
Tra le tante interessanti notizie riportate in questo scritto è da segnalare
l’importanza del Castello che primariamente era Regio, e lo Stabilimento dei
cavalli della Regia Razza. La vastità del suo territorio, la fede religiosa, la
presenza di uomini di fede hanno dato lustro alla città. L'attacco e
l'invasione che i bovalinesi hanno subito dai turchi sono descritti in modo
realistico col racconto della fuga degli abitanti e dei danni irreparabili che
la città ha subito. Delicato l’ episodio di un turco terribile, che lascia in
vita un bambino con in mano un ramo di corallo, dopo che i genitori atterriti
l'avevano dimenticato nella culla. Anche questo successe a Bovalino.
Oggi il suo territorio ristretto, confina con quello di Casignana. dal
quale lo separa il corso di Buonamico3,
da mezzogiorno, da quello di Benestare per ponente, e tramontana, e per
levante con quello dl Ardore, al di là il corso del torrente Pintammate, che scorre nel territorio di Bovalino, ed il
lido.
Or è così, ma un tempo si estendeva dal mare infino alla cresta
dell'Appennino, ove veniva a confinare coi territori d[el]le città di
Terranova, di Oppido, e di S[ant)a Cristina, e forse con quello di S[ant]a Agata
di Reggio: se non assolutamente certo però col territorio dei loro Casali, come
ad evidenza compruovasi dall'attual territorio di Cirella villaggio di
Bovalino confinante su la cresta della montagna col territorio di Molochio
villaggio di Terranova.
Il villaggio denominato oggi Cirella, era anticamente chiamato Barbatano,
ed ai principi del passato secolo il Principe Caracciolo
vende al Duca della Saracena la Terra di Bovalino coi Casali
Benestare, e Cirella, siccome era
anche Signore della Città di Cirella in Provincia di Cosenza, così le cambiò
il nome di Barbatano in quello di Cirella. Si rileva chiaramente da infiniti
istrumenti di Notar Nicotera 1573],
ed in ultimo lo dichiara espressamente N[ota]r Fabrizio Gliozzi [1732].
Il territorio di esso Cirella appartiene anche oggi allo avente causa del
Feudatario di Bovalino, e qui giudico non più necessario insistere, sul punto,
che il territorio di Bovalino si estendeva fin alla cresta dell'Appennino. Mi
son fermato però su tal punto, perché questo forma la base, e sostegno di
mio ragionamento. Solo mi permetto di aggiungere, ad esuberanza, che l'Università
così detta di Bovalino esercitava dritti, vale a dire, su le montagne di San
Luca di formar tre Gliazzi4, su le montagne di Ciminà casale di
Condojanne, come era pure S. Ilario, su le montagne di Crepacore, e nelle
foreste di Bianco, dette Maglià e Rudina, ed in quelle di Bruzzano dette
Serleone, e Pantano grande.
Della prima origine, e fondazione di Bovalino nulla
affatto conosciamo. Per entrar nell'argomento con critica bisogna riflettere
che nel suo territorio5, e propriamente alle sponde del fiume
Buonamico6, a sinistra, e più a destra, trovansi molti residui di
fabbriche antiche laterizie; argomento sicuro dell'esistenza di antiche
abitazioni. E veramente era una città; ma qual era il suo nome? Taluni la
vogliono una, taluni altra, ma senza certezza.
La vorrebber alcuni chiamarla Butroto,
perche sita alle sponde di Buonamico, che credesi il Butroto di Livio7,
ma tal città non era in Calabria, come essi argomentano da Cicerone, poiché
quello era in Epiro, come chiaramente si scorge, a chi si rimette a leggerla con
attenzione "trans mare", si esprime, anzi altrove "ut Romae unxium
sic Coregrae Buthrotum", sicchè, dopo tanti altri
archeologi anche io conchiudo, che dovea essere la Orra
Locron8. Intorno
all'esistenza di Uria9 nel
Locrese non vi è da dubbitare: circa il sito poi, taluni la vorrebber all'attual
Condojanne, non riflettendo, che in tal modo verrebbe ad essere posta proprio
alle porte di Locri, allor anzi una sequela della città, e non diversa da essa
Locri10