BOVALINO NEL 1600 E NEL 1700
Terra di Bovalino posseduta dal Principe di Satriano
1653: entrate feudali e burgensatiche |
D. 858. 2.10 |
Non sono stati esatti ancora D. 52. 1.14 da affittuari morosi. | D.52.1.14 |
Rendita annuale di: grano | D.400 |
Orgio (orzo) | D.300 |
Oglio (olio) cafisi ….. | ... |
ed in fronde di gelsi sacchi ….. | D.500 |
Le fronde di gelso erano date a coloro che allevavano i bachi da seta. Al Barone toccavano i tre quinti del prodotto (immagino finito).
Terre seminative (ad anni alterni): Al Barone toccava un quarto delle rendite.
Vi erano in frutto 7 mila viti di nuovo impianto, il vino delle quali “si conserva nelle cantine del castello dove abita il Barone”.
I mobili del castello sono definiti di mediocre valore.
Foresta detta di Pandura in territorio di Careri (sequestrata come roba di Luca Spinolo e Carlo Salvago, genovesi)
Annue entrate (pascoli affittati) in agosto del 1644 | D. 44. 4 |
Debiti degli affittuari | D. 650 |
Dai terreni seminativi deriva al Barone la quinta parte (gli affittuari non dichiarano la qualità e la quantità del prodotto)
Relevio di Giov. Ger.mo del Negro
per morte del M.se Ambrosio del Negro suo padre, padrone della Terra di Motta Bovalina in Calabria Ultra. (sei gennaro 1657)
RELAZIONE DI …………. LUOGOTENENTE DELLA REGGIA CAMERA
Giovanni Geronimo del Negro conte di Quaranta chiede di non incorrere nella penale del duplicato ( ossia essere penalizzato) per il ritardo (un anno) con il quale denuncia il Relevio che deve per la Terra di Motta Bovalina. Adduce come scusante le festività natalizie.
Giovanni Geronimo del Negro Conte di Quaranta nel denunciare la morte del padre avvenuta nella terra della Motta Bovalina, chiede alla Reggia Camera della Sommaria di avere l’investitura del feudo e ne denuncia le entrate feudali relative all’anno di morte (1657) del suo genitore, che consistono in:
proventi della Mastro d’attia delle prime e seconde cause (affittata a Vitaliano Cusace della stessa Terra) | D. 50 - |
Bagliva e Catapania (affittate a Tomaso Poggio, Giuseppe Armeni e Giuseppe Costanzo |
D. 46 - - |
Li censi minuti importano per anno | D. 24 - 15 |
Li censi minuti di Careri | D. - 4 15 |
L’erbaggio del territorio affittato a Baldassarre Faraone, Gioanni Zappia e Domenico Polligrone |
D. 50 - - |
Dal carnaggio un porco venduto per | D. 3 - - |
Dal erbaggio della vigna della Rosa | D. 1 - - |
Erbaggio e frutto di ghiande delli territorj di Barbatano, Lauro, Canaletto e Colagitti affittati a Pietro Antonio Pluppo e Giovanni Todarello |
D. 269 - - |
Le ghiande che vennero dalli territori de Serullina, Recuperato, Micospanò e Musso furo venduti per |
D. 20 - - |
Le legne morte | 1 2 10 |
La venaccia delle vigne non fu venduta | ----------- |
Li stallaggi e monte di mandre | D. 5 - - |
Dalli frutti e morole, seu gelsi del Territorio di Bonamico | D. 1 - - |
Dalli frutti di orti | D. 8 - - |
La casa del trappeto non si trovò affittarla | D. - - - |
Dalla fida di animali di bestiami | D. 4 |
Dalla fida a far mortella al Bosco | D. 1 |
Le fronde tanto quelle di S.to Lia, Festa, Bosco, Bonamico, Serullina, Musso et Rosa non furono vendute per mancanza di acquirenti e furono dati a diversi che pagarono in natura ossia libre 42 di seta che a carlini 11 la libra hanno reso |
D. 46. 1 - |
Dalli trappeti ed olivari ne sono pervenuti Cafisi 20 che a carlini 10 lo Caffeso |
D. 20 - - |
Vino dalle vigne tra greco ed altri vini melaini 32 che a carlini 20 lo melaino |
D. 12. 4 - |
Dal Molino e dalli territorj grano tumula 537 che a carlini 6 al tumulo |
D. 322. 1 - |
Orgio tumula 400 che a carlini 3 il tumulo D. 120 - - | D. 120 - - |
Totale | D. 1006. 4 - |
NOTA DI SPESE FATTE PER RISCOSSIONE DI DETTE ENTRATE
Per accomodare le vigne impalarle, zapparle, corticarle e farle vendegnare | D.6- - |
Per acconcio del trappeto del oglio. Comprare de fiscoli, fune |
D.2. 2.10 |
Per riparare lo olino che era diruto e stava per cascare vi si è fatto uno muro novo. Per compera di pietre e calce |
D. 7. - - |
A diverse “opere che hanno carriato accqua et avena” (sic!) | D. 4 - - |
A Mastri fabbricatori per le loro giornate | D. 5 - - |
Per accodare la saetta | D. 6 - - |
Per acconcio di ferri per il molino | D. 1 - - |
Per far condurre li grani dal molino et dalle arie dove si scogniano detti grani et orgi |
D. 18 - - |
Per Adoa di detta Terra si paga l’anno | D. 68. 1.3 |
Per la fittazione della Baglia e Catapania | D. 44. 3.2 |
Per la portolania | D. 7. 2.4 |
Totale |
D. 169. 4 - |
Si può ricevere Napoli, 10 gennaro 1658 (firmato Antonio Francese) |
Confermato nel diritto feudale il 2 giugno 1657 Giovanni Geronimo del Negro Conte Quaranta col titolo di Principe di Morano (?)
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Atto giurato con il quale si dichiara che dalle Vigne di Donna Palumba in quell’anno non si ebbe rendita dalle vinacce.
Facciamo piena ed indubitata fede Noi sottoscritti etiam ed il nostro giuramento a chi la pr.nte spetterà vedere o in qualsivoglia modo sarà portata, come in questi parte anno prossimo passato 1656 le Vinaccie delle Vignie di Donna Palumba di questa Corte non si vendevano a nessuno ma restavano in dette Vignie per pascolo di animali erranti per non trovarsi a vendere dette vinaccie che in fede si è fatto la pr.nte sottoscritta nei seguenti modi.
In Bovalino li 18 marzo 1657
Io Ettore Armeni faccio fede; Io Gironimo Zerbo ut supra; Io Joanm de Vera ….
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FRUTTI DELL’ORTI
Faccio fede io sottoscritto Giulio Ruffo Erario dell’anno 1656 corr.te 57 a chi la pr.te (presente) spetterà vedere o in qualsivoglia modo sarà p.ntata (presentata) etiam ed il mio giuramento haver recavato delli frutti dell’orti di questa Corte docati otto venduti a Vic.o (Vincenzo) Armeni, Petro Audino e Minico Versace come in detto mio libro appare che in fede del vero si è fatta la pr.te sottoscritta di propria mano in Bovalino li 24 di decembre 1657.
Io Giulio Ruffo Erario dell’anno 1656 e 57 faccio fede come di sopra (il Notaio era Nicolaus (!) Luda? Fuda? Scida?
Copia del libro della parte (porzione) di sete della Corte di Bovalino di questo presente anno 1657 dell’Erario d. Giulio Ruffo (prodotti) dall’infrascritti cilonari di essa Corte di detto anno.
(Pag. 95)
Noi sottoscritti cittadini e cilonari di questa terra di Bovalino piena e indubitata fede a chi la presente spetterà vedere e in qualsivoglia modo dell’Erario Giulio Ruffo sarà presentata etiam ed il nostro giuramento come per ordine e accordio fatto havemo notyricato le fronde di questa Corte e per la grandissima scarsezza e fallenza universale di questa Terra e di tutti questi contorni tra gli altri noi sottoscritti cilonari di questa Corte havemo havuto grandissimo danno in dette notricate a segno che appena ne rese a due o tre onze a cannizza perloche ij tutte dette …. …. di seta toccò ad essa Corte per la sua parte in tutto libri quarantadue confermate nel retroscritto bilancio e notamento ciascheduno di noi distintamente appare che essre così la verità hanno fatto fare la presente per mano di Francesco Vento firmata di nostri proprie mani con il segno della Croce sigmata in Bovalino li 28n decembre 1657. Segno di Croce di: MarcantonioCorigliano; Petro Condercudi; Minico Marino;
Io Vincenzo Armeni; Io Alessandro Lombardo; Io Giuseppe Tarantu
Noi sottoscritti Sindico et eletti della Terra di Bovalino facemo piena et indubitata fede etiam col nostro iuramento a chi la presente spetterà videre et signantemente alla Reggia Camera qualmente le notricate di serico in questo mese di giugno prossimo passato 1657 generalmente hanno fallito in tutto non solo in questa medesima Terra ma in tutti questi contorni assegno che appena resiro Dui o Tre onze a cannizza et fu spesi in questa nostra Terra vi estata fallenza tale che tutta detta terra appena arrivò di fare libri mille e tre cento di seta come dal libro di nascita di sete del Regio (?) sustituto di detto anno appare elenco era solito in altri anni accannarsi da tre mila libri di seta ……. Et in fede del vero habbiamo fatto fare la presente dal nostro ordinario vancellerio et firmata de nostri propie mani et corroborata col nostro universal sigillo data in Bovalino li 25 gennaro 1658 .
Io Tomaso Poggio di Col’Angelo sindico faccio fede come di sopra Io Gio. Giac. Scorza Eletto etc. Io Carlo Mesiano Eletto etc.
Cola Giacomo defranco Canc. (cancelliere
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Pag.
92
Faccio fede io sottoscritto
Giulio Ruffo Erario dell’anno 1656 corrente per tutto Agosto 1657 ed il mio
giuramento a chi la presente spetterà vedere o inqualsivoglia modo sarà
presentata come in questo presente anno non ho venduto nessuna partita di fronde
per non haver trovato venderla Havendo fatto tutte le diligentie e soliti bandi
per mie indennità per lo che ricorse dall’Ill.mo Signor Conte Padrone e mi
diede ordine … perdersi totalmente dette frode di notricate
e diversi particolari come ho fatto e per la scarseza e fallenza universale di
massari e di sete di tutte le fronde della Corte come del giardino di S.to Lia
giardino di Testa Bosco Bonamico e Sarullina Masto e Rosa toccava alla Corte
medesima parte a ragione delle cinque due libri di seta quaranta due a
carlini undici la libra conforme la voce di questa Provincia si sono recavati
docati quaranta sei incluse le spese e mastria (?) per conorsi (?) detta
seta conforme nel notamento del mio libro appare che in fede s’è fatto
la presente scritta di propria mano in Bovalino li 20 di decembre 1657.
Pag. 94
Copia del libro della parte di sete della Corte di Bovalino di questo presente anno 1657 dell’Erario d. Giulio Ruffo venuti dall’infrascritti cilonari d’essa Corte di detto anno.
Alessandro Lombardo per notricata delle fronde di Sarullina e Testa parte della Corte libri seta | 8 – 2 |
Vicenzo Armeni per notricata delle fronde di Bonamico | 6 – 5 |
Marc’Antonio per notricata delle fronde del Bosco | 10 - 8 |
Diego Tavanto (?) per notricata delle fronde del Bosco | 9 |
Pietro Condercudi per notricata delle fronde di S.to Lia | 4 |
Minico Mesiano per notricata delle fronde di Rosa | 3 – 9 |
42 |
Pag. 98
Faccio fede io sottoscritto Giulio Ruffo Erario dell’anno 1656 e corrente 57 a chi la presente spetterà di vedere e in qualsivoglia modo sarà presentata etiam ed il mio giuramento come dell’affitto di tutti li olivi e trappito di questa Corte affittati ad Alessandro Lombardo e Gio. … Napoli ho ricavato cafisi vinti di oglio li quali li ho venduti a carlini dieci il cafiso perciò mi sono pervenuti docati vinti come nel mio libr o di introiti appare che in fede del vero si è fatta la presente sottoscritta di propria mano in Bovalino li 20 di decembre 1657
Io Giulio Ruffo Erario dell’anno 1656 e 57 faccio fede come di sopra. Legalizza il Notaio Nicolaus Vuda (?) Scido (?)
Pag. 115
Dichiarazione del crocesegnato Antonio Capone, fatta scrivere ad Antonio Vento il 22 gennaro 1658, con la quale conferma come riportato nel “granatteri” dell’orgio dell’anno 1657 , scritto dall’Erario D. Giulio Ruffo, di aver comprato tomoli quattrocento di orgio prodotti a Bovalino.
La convalida è del solito Notaio Nicolaus Sido o Vuda (?)
Pag. 122
Si fa fede per noi sottoscritti sindico et eletti della Terra di Bovalino etiam cum juramento a chi spetta vedere la presente et signantemente il Signor Regio …. Provinciale et Regia Camera come li grani della scogna prossima passata valsero a carlini nove il tumulo, così in questa terra, come in tutti questi contorni et orgi a ragione di carlini quattro e mezzo il tumulo, le fave alla ragione di carlini otto, le cicerche alla ragione di carlini sette et li caci alla ragione di carlini nove il tumulo conforme il grano, li migli a ragione di carlini sette, l’oglio alla ragione di carlini dieci il cafiso, et il cafiso sono rotola venti quattro o onse venti otto il rotolo similmente li musti valsero alla ragione di carlini trenta due la salma et la salma è mesura nella napoletana numero sessanta quattro di rotola otto per mesura nella .....xxx.... D’on… trenta per rotolo dichiarando che hoggi li grani vagliano alla ragione di carlini dodici il tumulo così anco li caci, orgi alla ragione di carlini sei, le fave alla ragione di carlini undici, et le cicerche et migli alla ragione di carlini dieci il tumulo e conforme la misura napolitana l’ogli al presente vaglino carlini sidici il cafiso, et li vini alla ragione di grani sette alla salma delli suddetti pesi e misure, et in fede del vero l’habbiamo fatto fare la presente per mano del nostro ordinario cancellerio, et firmata di nostre proprie mani, et corroborata con nostro universale sigillo.
Datum in Bovalino li 3 di Aprile 1658 Io Tomaso Poggio sindico faccio fede come di sopra Io Gio: Giacomo Scorza eletto “ “ “ Io Girolamo Batta Incovella eletto “ “ “ Controfirmato De Franco cancellario
Pag: 124
Il Marchese Ambrosio del Negro Principe di Marano, padre di Giovanni Geronimo del Negro Conte di Quaranta, morì il 6 gennaio 1657 (a Marano, come dichiara il curato di quel paese Gio: Antonio Baccalà). (Sigismondo de Loffredo morì il 25 novembre 1612 - notizia riportata in calce alla pag.126)
Dai documenti sembrerebbe che Giovanni Geronimo avesse incorso nella pena “del doppio” per aver dichiarato in ritardo la morte del genitore (forse fece la dichiarazione di morte il 4 gennaio 1658). Alla fine sembra abbia pagato (pag. 126) con fede di credito del banco di San Giacomo, ducati 358 1- 15 di tassa per il relevio relativo alla eredità.
Pag. 126
Per il Relevio precedente presentato il 21 ottobre 1613 da D. Beatrice Ursina Principessa di Monte Scaglioso per morte del quondam Sigismundo Loffredo furono denunciati D. 160.
Sempre dalla stessa pag. si rileva che la mastro d’attia era affittata a Vitaliano Cusaci.
A pag. 127
Si scrive che la Bagliva (per D. 20) e la Catapania (per D. 26) erano affittate a Tomaso Poggio, Giuseppe Armeni e Giuseppe Costanzo. L’erbaggio del territorio era affittato per D. 50 a Baldassarre Faraone, Gioanni Zappia e Domenico Polligrone.
L’erbaggio e frutto di ghiande dei territori di Barbatano, Lauro, Canaletto e Colagitti, erano affittati a Pietr’Antonio Pluppo e Gioseppe Todarello per D.265
Pag. 132
Per accomodare le vigne, inpalarle, zapparle e farle vendegnare | ducati 6 |
Per acconcio del trappeto del oglio, compra di fiscoli e fune | ducati 2, 2, 10 |
Per riparare lo molino, quale era diruto, e stava per cascare vie si è fatto uno muro | |
……. Per compra di pietre e calce si sono spesi | ducati 7 |
Per le diverse persone che hanno carriato acqua et arena speso ducati | 4 |
Per li mastri fabbricatori per le loro giornate si sono spesi ducati | 5 |
Per accomodare la svetta si sono spesi ducati | 6 |
Per acconci di ferri per il molino ducati | 1 |
Per fare condurre li grani et orgi dal molino et dal aie dove si scognano detti grani et orgi |
18 |
Pag. 143
Dalla denuncia dell’eredità fatta da Gio: Geronimo del Negro, Conte di Quaranta, alla Regia Camera della Sommaria risulta che nel 1657:
la mastro d’attia delle prime e seconde cause era affittata a Vitaliano Cusaci per ducati 50;
La Bagliva e Catapania era affittata a Tomaso Poggio, Giuseppe Armeni e Giuseppe Costanzo per ducati 46
Il carnaggio era affittato a Sebastiano Favazzano, Giuseppe Zappia, Domenico Polligrone per ducati 50;
Il Conte di Quaranta, fatte le debite detrazioni, nel maggio del 1660 dichiarava che la tassa da pagare al Regio fisco per l’eredità feudale avuta era di ducati 489, 1, 1/1/2.
(Erario era Giulio Ruffo)
Pag. 150
Il Marchese di Gallo in una sua relazione fa rilevare che il relevio presentato da Gio. Ger. Del Nigro Conte di Quaranta è molto inferiore ad un analogo Relevio precedente e di grave danno per il Regio Fisco. Per tale ragione propone di inviare dei Procuratori fiscali per accertamenti e riferire al preposto tribunale. Napoli 16 gennaro 1659.
Pag. 159
si riporta il prezzo
di alcuni cereali nell’anno 1660 in alcune località:
Girifalco: Grani bianchi a carlini otto il tumulo
Grani mischi a carlini settembre
Orzi a carlini cinque
Musto a carlini dieci la salma
Oglio a carlini nove il cafiso.
Siderno:
Grano a carlini
novembre
Orzi a carlini quattro e
mezzo.
Santa Caterina:
Grano a
carlini dieci
Ogli a carlini sette la
libbra di onze 120
Orzi a carlini sei
Musti neri a carlini
venti la salma che è sei barrile